My mind is playing tricks on you tonight

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Brendon si svegliò di scatto.
Dallon era in piedi davanti al suo letto.
Un velo di sollievo cancellò il terrore dipinto sul volto del bassista.
"Mi hai spaventato da morire" disse all'altro "si può sapere che avevi?"
"Che intendi?" rispose confuso il cantante, non ancora del tutto sveglio.
"Che intendo? Non capivo se stessi soffocando nel sonno, avendo un infarto o che cosa. Stavo per chiamare un'ambulanza!"
"Stavo solo sognando, immagino."
"Ryan."

Ryan
Ryan
Ryan

"Ryan?" il volto del cantante impallidì al sentire quel nome completamente inaspettato.
"Stavi sognando Ryan. Non facevi altro che dire il suo nome"

Brendon si alzò e, ancora in mutande, si mise a guardare fuori dalla finestra di quell'hotel di Philadelphia.
Scacciò velocemente dalla mente il pensiero che il Ryan che aveva sognato fosse lo stesso Ryan che gli era balzato in testa al solo sentire quel nome. Si stava sforzando con tutto se stesso di pensare a qualcuno con quel nome diverso da lui.
Ci doveva essere qualcuno, per forza.
Qualcuno che aveva conosciuto qualche giorno prima o di cui aveva sentito parlare, qualcuno che sarebbe potuto entrare nei suoi sogni e destarlo in quella maniera.
Qualcuno diverso da lui.

"Sai, all'inizio pensavo stessi sognando quella ragazza, Debby Ryan, che ci ha presentato Josh l'altro giorno.."
"Debby Ryan! Esatto!" disse il cantante entusiasta all'idea di avere trovato una soluzione al suo tormento. "Ho sognato lei!"
"Ne sei sicuro?" chiese il più alto dei due "Perchè a un certo punto la hai chiamata Ross."

Ross
Ross
Ross

"Smettila!" urlò di scatto Brendon "per favore."
Dallon, che non si aspettava una reazione del genere rimase in silenzio a fissare l'amico. Cosa c'era che non andava in lui? Perchè dopo tutto questo tempo parlare di Ryan gli dava ancora così fastidio. Aveva sempre sospettato che Brendon gli avesse tenuto qualcosa nascosto e bruciava al pensiero che tutte quelle volte che lo aveva scoperto piangere in bagno o che si era comportato in maniera agitata, differente, lo aveva fatto con una e una sola persona in testa: George Ryan Ross III.

"Sta sera dobbiamo suonare, ricordi?" disse il cantate scherzoso "ci conviene iniziare a prepararci"
continuò dirigendosi verso il bagno e cercando di cancellare ciò che era appena successo.
Dallon guardò l'orologio perplesso. Erano solo le 4 del mattino.

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"Brendon. Brendon!"
Il bassista dovette scuotere l'altro un paio di volte per farlo uscire dai suoi pensieri.
"Ben tornato nel mondo dei vivi." disse all'altro che aveva passato gli ultimi dieci minuti in piedi nel backstage a fissare il vuoto.
"Sono solo agitato" fu la sua risposta.
"Agitato? Tu non sei mai agitato prima di un concerto." disse notando che Brendon distolse lo sguardo e cercò di cambiare argomento.
"Hey, Bren" continuò in tono serio interrompendolo "Le senti queste voci? Queste urla? Sono i tuoi fan. Sono là fuori e muoiono dalla voglia di vederti cantare. Alcuni di loro potrebbero essere venuti dall'altra parte del mondo, alcuni potrebbero aver usato tutti i loro risparmi o aver fatto chissà cosa pur di arrivare qui e vedere te. Ore e ore di viaggio, risparmi e sacrifici. Ti rendi conto Bren? Tutto questo per te! Quindi ora ti levi quella cazzo di faccia da morto che ti ritrovi, vai su quel palco e spacchi il mondo!"
"Come sempre" rispose l'altro che con quel pizzico di spavalderia stava cercando di convincere Dallon che andava tutto bene, anche se sapevo benissimo che non era così.
Entrambi sorrisero.
Il bassista stava per andare a prendere qualcosa da bere per entrambi, felice di aver rallegrato l'amico, quando si accorse di un fugace e triste sguardo che Brendon tirò a terra sicuro che nessuno lo avrebbe notato. Ma si sbagliava.
Dallon si avvicinò a lui, lo prese per la manica della giacca gialla e lo trascinò velocemente verso il suo camerino, con il basso ancora attaccato al collo.
"Dove andate voi due? Lo show inizia tra dieci minuti!" urlò qualcuno.

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⏰ Last updated: Jan 10, 2017 ⏰

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