Quando io sarò grande

13 0 0
                                    


«Masha, vieni, dobbiamo andare.»

La bambina con il giubottino rosa e la cuffia dello stesso colore scosse con forza la testa.

«No, non possiamo andare... non ho salutato tutti i miei amici!» ribatté, con le lacrime agli occhi, osservando i campi ed il bosco che si stendeva oltre i binari. «Non posso andarmene senza salutare Mishka e il coniglio e gli scoiattoli e i lupi...»

Il vecchio scosse la testa, tenendo Masha per il polso e trascinandola verso il treno che li attendeva

«Masha, stare con altri bambini della tua età ti farà bene... e poi troverai Dasha ad aspettarti.» la vecchia dai capelli grigi portò la mano sulla testa di Masha, che non riuscì a trattenere un singhiozzo.

«Voglio restare qui.» rispose lei, venendo caricata di peso sulla carrozza. «Non potete portarmi via, non potete!»

Il maiale, il cane e la capra osservavano Masha con lo sguardo realmente triste. Erano giorni che Masha tentata di scappare di casa in ogni modo per evitare quella partenza, ma i nonni erano stati irremovibili. I tre si guardarono ed il cane saltò i binari, iniziando a correre lungo la strada che portava alla casa di Mishka.

«Masha, ormai sei grande... abbiamo promesso ai tuoi genitori che avresti avuto una buona educazione e così sarà.» tagliò corto il vecchio, che indossava un vecchio tulup marrone, un giaccone che gli arrivava fino alle orecchie, ed un colbacco nero.

Spinse Masha avanti e infine in una cabina della carrozza, dove i loro bagagli erano stati riposti. Masha si sedette vicino al finestrino che dava sul bosco e osservò gli alberi innevati.

Quando io sarò grande
mi ricorderò
della casa nel bosco
del suo calore
come un uccellino
dal mio nido io volerò
ma sempre dentro al mio cuore
lo porterò.


Una sagoma si stava avvicinando al galoppo e abbassò il finestrino.

«Mishka, Mishka!» chiamò la bambina, sporgendosi. «Voglio restare con te!»

L'orso ululò e la vecchia prese di forza Masha, stringendola a sé.

«Che vuoi fare, Masha? È pericoloso!» esclamò, con il fiato corto mentre Masha si dimenava.

«No, è Mishka, è mio amico!» ribatté lei, continuando ad agitarsi come un'ossessa. «Non può farmi del male.»

Il vecchio alzò di nuovo il finestrino mentre Mishka rallentava e osservava il treno allontanarsi nell'innevata steppa siberiana. Lo sguardo si sollevò e vide il pinguino inseguire il treno, abbassandosi fino al finestrino da dove la bimba si era rassegnata a guardare i dintorni. La chiamò, salutandola con la mano e lei gli ricambiò il gesto, con le lacrime che scorrevano ancora.

Per le strade del mondo
tu camminerai
ogni viaggio un mistero
una scoperta
ma la strada di casa
non si dimentica
lo sai
e se vorrai davvero
un giorno tornerai.

«Mi mancherai, pinguino.» mormorò la bimba, mentre questi voltava per tornare verso l'orso che ormai era stato raggiunto da tutti gli altri amici del bosco.

Orsa mise una zampa sulla spalla di Orso, abbracciandolo un istante dopo mentre l'espressione, solitamente impassibile, si lasciava andare alla tristezza. Il treno sparì dietro una collina e tutti assieme fecero un ultimo ululato verso la steppa siberiana.

Masha si accucciò sul treno, pensando ai suoi amici e a cosa avrebbe trovato a Mosca, a Dasha, la cuginetta che era spaventata da Mishka, a chi avrebbe potuto incontrare... e piano piano si addormentò appoggiata alla nonna.

Quando io sarò grandeWhere stories live. Discover now